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venerdì 15 ottobre 2010

E' una questione di esempi - pubblicata da Lorella Lattavo il giorno venerdì 15 ottobre 2010

 

Molte volte mi sono domandata se realmente si è consapevoli di cosa voglia dire vivere....in molti talk show , se non in  tutti,  con psicologi e addetti ai lavori, si spendono innumerevoli bla bla, a volte incomprensibili e stancanti, non privi di alzate di voce e di litigi ormai di moda sul piccolo schermo, per cercare di offrire un quadro chiaro e inequivocabile del nostro rapporto con la vita.Niente di più falso....oggi, e lo vediamo e udiamo dai tg tutti i giorni, la vita è uno straccio, si litiga e si muore per banalità, senza pensare alle conseguenze che pagano i familiari delle vittime. Il sistema attuale della convivenza civile ha ormai adottato il sistema della prevaricazione, dell'intolleranza su tutti i fronti: razziale, sociale, economico, culturale, ecc. ogni scusa è buona per aggredire, malmenare chi è contrario al nostro pensiero.  Del resto, come dicono a Napoli " 'o pesce fete da a capa", ossia il pesce puzza dalla testa ( scusate se non l'ho scritta bene) e difatti i nostri "capi" politici non perdono occasione per azzuffarsi durante le sedute parlamentari, per cui i cittadini non ci pensano due volte ad emularli. I film, le fiction che vanno in onda sulle nostre reti sia pubbliche che commerciali, sono tutte un inno alla violenza, anche se a me personalmente, per la trama e la recitazione, non dispiacciono, come " Distretto di Polizia", " L'onore e il rispetto", " Le due facce dell'amore", ecc., ma pur piacendomi non nego che per alcune personalità fragili, potrebbero essere di incitamento alla violenza.I giovani sono più propensi a " copiare" quasi sempre l'eroe negativo, forse perchè, in una società dove il giovane è lasciato al suo destino in primis dalla famiglia,  si cerca di sopravvivere al clima asfissiante e insopportabile di menefreghismo.Si vuole, in altre parole, primeggiare nel male e non nel bene, perchè l'esempio del folle che spara all'impazzata in mezzo alla gente dà la misura esatta del vittimismo di quest'ultima rispetto alla forza bruta di compie l'atto.Ovviamente in questi casi si cerca di trovare la scusa classica della pazzia, dell'incapacità di intendere e di volere, tutti palliativi per metteresi in pace con la coscienza, sapendo di aver ridotto al nulla la razionalità di chi ora è giudicato un pazzo per colpa dell'indifferenza avuta quando si sarebbe potuta evitare. Parlo in primo luogo dei genitori, dei familiari più stretti, che con il loro esempio di persone capaci di gestire una propria vita senza porsi troppe domande, hanno inculcato nel giovane il principio tipico del " chi si fa pecora il lupo se la mangia". E' chiaro dunque che da questo modus vivendi scaturisce la voglia di scatenare l'inferno intorno a sè....mi sorpassi nella fila, mi rubi il parcheggio, mi pesti un piede? DEVI MORIRE!!!
La vita purtroppo è un fiore che ogni giorno appassisce, non dà segno di voler continuare a esserci in un mondo che non vuole proteggerla e rischia di affondare senza più speranza. 
E la colpa è solo dei nostri esempi....