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martedì 7 dicembre 2010

"A cosa serve la BCE" di Canio Trione (07/12/10)


"A cosa serve la BCE" di Canio Trione (07/12/10) La Banca Centrale Europea è una Istituzione indipendente. Ciò significa che non subisce la valutazione degli elettori e quindi dei politici. Può fare quello che vuole perché, per antonomasia, è super partes.
Essa, statutariamente, deve difendere gli europei dall’inflazione e quindi dall’aumento dei prezzi; ma già sorgono dei distinguo: i prezzi dei diamanti come delle azioni o degli appartamenti o delle automobili più potenti sono esclusi dai panieri del costo della vita e quindi possono salire liberamente; mentre gli aumenti da contrastare sono quelli dei generi alimentari o dell’energia o delle locazioni cioè dei prezzi ai quali vengono venduti i frutti delle imprese e dei lavoratori più deboli. Si formano due categorie di cittadini: quelli inseriti nelle organizzazioni produttive più grandi e potenti che agiscono in piena libertà dei prezzi che possono far lievitare secondo i propri interessi aziendali mentre quelli che lavorano in piccole imprese aperte alla concorrenza più estrema, magari anche estera, devono sapere che i prezzi dei prodotti da loro realizzati (e quindi i loro redditi) non devono essere troppo alti, se no interviene la BCE a contrastare questi aumenti.
Recentemente il tracollo finanziario planetario ha arricchito i compiti della BCE di un altro tassello importante: la stabilità finanziaria. Essa viene ottenuta intervenendo nei mercati con l’acquisto di titoli “spazzatura” (quelli che non vuole nessuno perché c’è il rischio che, alla loro scadenza non vengano pagati) al fine di evitare default governativi destabilizzanti dell’euro. I giornali più vicini alle grandi imprese titolano a caratteri cubitali “Liquidità BCE senza limiti” e, più sotto, “il piano di acquisti di bond governativi dell’eurozona, varato dalla Banca Centrale Europea a inizio maggio come contributo al piano anticrisi della Grecia, continua” (sole 24 Ore 3 dicembre prima pagina). Dopo aver stanziato dai 90 ai 120 miliardi per salvare due minuscole economie europee (più piccole del Sud d’Italia ma con il vantaggio di essere organizzate in Stati sovrani indipendenti e quindi meritevoli di aiuti senza limiti) e aver scoperto che non basta si decide di aprire i cordoni della borsa senza limitazioni quantitative. Cosa che naturalmente già dal giorno dopo rimette le cose a posto sui mercati finanziari internazionali, almeno per ciò che riguarda la quotazione dei titoli di quei Stati e il differenziale di tassi di interesse che essi devono pagare per ottenere prestiti. Ma questi crediti sono a tempo indeterminato? No, ma la restituzione è interamente affidata alla capacità dei cittadini di pagare nuove tasse… come dire che il vantaggio è dello Stato in default e delle banche sue finanziatrici mentre i costi sono dell’economia reale. Naturalmente questa elargizione faraonica di credito non è aperta al pizzicagnolo sotto casa del cui destino economico evidentemente non se ne frega nessuno ma solo per quelle Istituzioni private o pubbliche “troppo grandi per fallire” e quindi libere di fare quello che gli pare, tanto alla fine c’è sempre qualcuno che gli toglierà le castagne dal fuoco.
Che fine hanno fatto tanti soldi? I buchi pubblici finanziati da banche private non nascondono finanziamenti illeciti o comunque poco trasparenti? Non se ne interessa nessuno; ma non interessano a nessuno neanche le conseguenze principali che questa politica comporta: per primo le conseguenze della inondazione di liquidità a tutto vantaggio di chi è esterno all’economia reale; cosa che riproduce, amplificata, la instabilità finanziaria dalla quale si asserisce di voler uscire. Per secondo la vocazione della BCE che diviene così una mega organizzazione preposta alla premiazione di chi sbaglia!!! È mai pensabile che la BCE intervenga in soccorso del bilancio tedesco o francese? Mai, a meno che anche loro non principino a scialacquare, nel qual caso nessun problema, interverrà la nostra organizzazione che metterà a disposizione quel che serve a far dimenticare ogni prodigalità! Il tutto a spese dei cittadini che saranno chiamati a oneri fiscali aggiuntivi per rendere più credibili i debiti dei rispettivi Stati!
Questa è la situazione e questi sono i compiti che la BCE si è dati nella sua breve vita.
Ma che sistema è mai questo? e quale può essere l’alternativa? multare gli Stati che non hanno credito neanche per la propria sopravvivenza?
Qualcuno suggerisce la “uniformizzazione fiscale” o “maggiore integrazione politica” che in soldoni significa aumentare le tasse lì   sono più basse in modo -a loro modo di vedere- da procurarsi i mezzi per far crescere ancora di più la libertà di manovra di chi controlla le Istituzioni europee; in realtà così si ucciderebbe ogni residua possibilità di concorrenza tra Stati nella riduzione del carico fiscale e di ottimizzazione dei costi delle Pubbliche Amministrazioni; a tutto scapito della crescita e dell’occupazione.
o siamo pazzi o siamo in un vicolo cieco o, più probabilmente, un po’ di tutti e due.
In ogni caso la gente non può pagare più di quanto già non faccia quindi serve una via alternativa capace di non far collassare l’economia reale.
Canio Trione
FONTE : WWW.AZIENDABARI.IT