Canio
Trione, come sempre un pozzo di cultura, non solo economica la sua
materia, quello che mi piace di questa “persona” l’ottimismo, la
capacità di estrarre dagli avvenimenti più preoccupanti uno spiraglio di
soluzione, una finestra per ossigenarsi. Fra gli ultimi “scritti” una
considerazione a proposito delle “voci” della moneta elettronica,
l’obbligo cioè di non poter disporre del proprio denaro, (poco data la
crisi innescata da “qualcuno” troppo forte per i comuni mortali) oltre i
50 euro. Questa che segue le Sue considerazioni, Canio scrive:
Qualcuno, non si sa quanto seriamente, ha reso pubblica l’ipotesi
governativa di rendere obbligatorio l’uso della moneta elettronica a
partire da 50 euro. L’ipotesi e’ sembrata credibile in un momento di
caccia alle streghe (leggi: evasori) e molti hanno creduto alla
fondatezza di una ipotesi del genere; peraltro non nuovissima. Ipotesi
che, -dicono loro- al di la degli evasori che sparirebbero,
moralizzerebbe l’intera economia: sarebbe letale per ladri e corrotti.
Sarebbe una maniera per rendere poco appetibile la carriera politica e
quindi mandare a casa i delinquenti che popolano i palazzi. Anche le
centinaia di migliaia di poliziotti (gdf, Cc, polizia di Stato,..)
servirebbero molto meno: li si potrebbe licenziare quasi tutti perché
basterebbe un super computer per stanare chiunque effettua una
operazione fuori dalla norma.
Detta cosi potrebbe essere considerata una vera manna. Ma non e cosi: il
“grande” Fiorito da Anagni si è incaricato di dimostrare che si può
rubare senza in nessuna maniera ledere la legge, anzi facendone una
apposta! E questo sarebbe sufficiente a vanificare ogni senso della
introduzione di un provvedimento del genere. Ma questo sarebbe il meno:
demandare al cambio di moneta (da cartacea ad elettronica) il ruolo che è
della polizia significa confessare che lo Stato non serve.
Lo Stato ha come principale compito la sicurezza; se questa è affare
della macchina bancaria lo stato non serve più: basterà un immenso
computer programmato per trovare il reato, impedirlo e irrogare la
sanzione! E il gioco è fatto!
Millenni di civiltà giuridica sarebbero azzerati dalla tecnologia e da
una legge liberticida. Questa sarebbe dittatura perchè la tripartizione
dei poteri verrebbe meno: tutto il potere apparterrebbe a chi sta dietro
al computer o al computer stesso. Si tornerebbe a prima della
rivoluzione francese.
Ma non solo! dire che l’uso della moneta è vietato significa impedire la
sua accumulazione fuori dai canali elettronici interamente controllati
da altri. Cosa succede in caso di difficolta del debitore? il diritto di
trasferire quei soldi sarebbe dipendente dalla sua volontà e cioè di
chissà chi… certamente nessuno che c’entra con il mandato politico
democratico; l’intera economia e finanza dipenderebbe da poche persone
fuori dall’economia, magari politici o collusi con la politica. Si
tornerebbe alla sudditanza di chi produce (anche evadendo ma si tratta
di un male minimo a confronto della instaurazione di un regime di questa
fatta) da una aristocrazia di burocrati: appunto coloro che stanno
dietro al computer o il computer stesso. È ovvio che questi ultimi
propongano un baratto così vantaggioso per loro tra la nostra libertà e
il loro strapotere; ma la libertà è bene indisponibile : se c’e', il
sistema funziona, se non c’e', non c’è più il sistema, ma semplice
dittatura!
Il grande Toto’ in uno dei più grandi film dice a Fabrizi (guardia che
doveva prenderlo): “tu sei guardia ed io ladro: se ci riesci devi
prendermi. Io ho il diritto di scappare”.
E Fabrizi di rimando: “la vita è fatta di uno che vince e uno che perde:
tu hai perso”. Se non v’e’ un ladro che perde, non v’e uno stato che
vince. La grandezza dello stato sta in questo: esiste e riscuote
consenso anche se esistono i delinquenti e proprio perché esistono i
delinquenti.
Il delirio di onnipotenza che le tecnologie diffondono è uno dei
problemi che saremo chiamati a fronteggiare: già oggi sul piano militare
abbiamo esempi sanguinosi di questo dilagante delirio. Fermare questo
delirio significa fermare una guerra planetaria non più tra opposte
fazioni o opposte nazioni ma tra un potere indistinguibile, cibernetico e
burocratico uguale in ogni parte del mondo e la gente comune tutta, di
ogni colore e lingua, accomunata dalla stessa esigenza: lo spazio vitale
minimo di libertà.
Vinceranno questi ultimi certamente; però non conviene fare una guerra planetaria per scoprirlo!
Bari, 1.10.2012