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giovedì 4 ottobre 2012

È iniziata la dittatura 2.0 - Canio Trione

Canio Trione, come sempre un pozzo di cultura, non solo economica la sua materia, quello che mi piace di questa “persona” l’ottimismo, la capacità di estrarre dagli avvenimenti più preoccupanti uno spiraglio di soluzione, una finestra per ossigenarsi. Fra gli ultimi “scritti” una considerazione a proposito delle “voci” della moneta elettronica, l’obbligo cioè di non poter disporre del proprio denaro, (poco data la crisi innescata da “qualcuno” troppo forte per i comuni mortali) oltre i 50 euro. Questa che segue le Sue considerazioni,  Canio scrive:
Qualcuno, non si sa quanto seriamente, ha reso pubblica l’ipotesi governativa di rendere obbligatorio l’uso della moneta elettronica a partire da 50 euro. L’ipotesi e’ sembrata credibile in un momento di caccia alle streghe (leggi: evasori) e molti hanno creduto alla fondatezza di una ipotesi del genere; peraltro non nuovissima. Ipotesi che, -dicono loro- al di la degli evasori che sparirebbero, moralizzerebbe l’intera economia: sarebbe letale per ladri e corrotti. Sarebbe una maniera per rendere poco appetibile la carriera politica e quindi mandare a casa i delinquenti che popolano i palazzi. Anche le centinaia di migliaia di poliziotti (gdf, Cc, polizia di Stato,..) servirebbero molto meno: li si potrebbe licenziare quasi tutti perché basterebbe un super computer per stanare chiunque effettua una operazione fuori dalla norma.
Detta cosi potrebbe essere considerata una vera manna. Ma non e cosi: il “grande” Fiorito da Anagni si è incaricato di dimostrare che si può rubare senza in nessuna maniera ledere la legge, anzi facendone una apposta! E questo sarebbe sufficiente a vanificare ogni senso della introduzione di un provvedimento del genere. Ma questo sarebbe il meno: demandare al cambio di moneta (da cartacea ad elettronica) il ruolo che è della polizia significa confessare che lo Stato non serve.
Lo Stato ha come principale compito la sicurezza; se questa è affare della macchina bancaria lo stato non serve più: basterà un immenso computer programmato per trovare il reato, impedirlo e irrogare la sanzione! E il gioco è fatto!
Millenni di civiltà giuridica sarebbero azzerati dalla tecnologia e da una legge liberticida. Questa sarebbe dittatura perchè la tripartizione dei poteri verrebbe meno: tutto il potere apparterrebbe a chi sta dietro al computer o al computer stesso. Si tornerebbe a prima della rivoluzione francese.
Ma non solo! dire che l’uso della moneta è vietato significa impedire la sua accumulazione fuori dai canali elettronici interamente controllati da altri. Cosa succede in caso di difficolta del debitore? il diritto di trasferire  quei soldi sarebbe dipendente dalla sua volontà e cioè di chissà chi… certamente nessuno che c’entra con il mandato politico democratico; l’intera economia e finanza dipenderebbe da poche persone fuori dall’economia, magari politici o collusi con la politica. Si tornerebbe alla sudditanza di chi produce (anche evadendo ma si tratta di un male minimo a confronto della instaurazione di un regime di questa fatta) da una aristocrazia di burocrati: appunto coloro che stanno dietro al computer o il computer stesso. È ovvio che questi ultimi propongano un baratto così vantaggioso per loro tra la nostra libertà e il loro strapotere; ma la libertà è bene indisponibile : se c’e', il sistema funziona, se non c’e', non c’è più il sistema, ma semplice dittatura!
Il grande Toto’ in uno dei più grandi film dice a Fabrizi (guardia che doveva  prenderlo): “tu sei guardia ed io ladro: se ci riesci devi prendermi. Io ho il diritto di scappare”.
E Fabrizi di rimando: “la vita è fatta di uno che vince e uno che perde: tu hai perso”. Se non v’e’ un ladro che perde, non v’e uno stato che vince. La grandezza dello stato sta in questo: esiste e riscuote consenso anche se esistono i delinquenti e proprio perché esistono i delinquenti.
Il delirio di onnipotenza che le tecnologie diffondono è uno dei problemi che saremo chiamati a fronteggiare: già oggi sul piano militare abbiamo esempi sanguinosi di questo dilagante delirio.  Fermare questo delirio significa fermare una guerra planetaria non più tra opposte fazioni o opposte nazioni ma tra un potere indistinguibile, cibernetico e burocratico uguale in ogni parte del mondo e la gente comune tutta, di ogni colore e lingua, accomunata dalla stessa esigenza: lo spazio vitale minimo di libertà.
Vinceranno questi ultimi certamente; però non conviene fare una guerra planetaria per scoprirlo! Bari, 1.10.2012